Berlusconi […] non può contare sull’occhio benevolo dei mezzi di informazione e dei talk show televisivi che, anzi, gli sono ostili a prescindere.
Il buon Sallusti deve pur portare a casa lo stipendio, e bisogna riconoscergli che in questo articolo ha fatto i salti mortali per difendere il suo datore di lavoro. Peccato che, appena ieri, l’Agcom ha inflitto al Tg1 di Minzolini una multa da 100 mila euro per non aver rispettato la par condicio. L’Autorità, stufa di fare richiami che cadevano nel vuoto, s’è messa a fare i conti. Ha contato i minuti dedicati a Berlusconi e ai partiti di maggioranza dall’1 al 7 maggio nei telegiornali. E ha scoperto che il Tg1 ha fatto vedere il premier, il governo e la maggioranza per il 70% del tempo.
Dati molto precisi, scanditi minuto per minuto. Possibile che un giornalista con l’esperienza di Sallusti non si sia reso conto dell’inevitabile effetto comico che avrebbe provocato il suo editoriale? Pare di no, ma non è tutta colpa sua. Il problema è la fonte. Il Giornale ha pensato di andare a sentire il diretto interessato: chi meglio di lui? Minzolini si è giustificato: considerando “tutte le edizioni del Tg1” il suo telegiornale ha dedicato a Berlusconi il 21,6% del tempo mentre il Tg3 il 26%, “cioè gli ha dato più spazio!” Ma che settimana (giorno? mese? anno?) stiamo considerando? E quali tempi? Il lancio, il servizio e le parole del premier, come fa l’Osservatorio dell’Agcom? O sono calcolati in altro modo? Domande banali per chiunque si occupi di ricerche sociologiche, a cui però né Minzolini né Il Giornale sembrano dare peso.
Intanto mister B. va in onda. E domenica ci sono le elezioni.